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Una modesta proposta February 24, 2006

Posted by laspinanelfianco in Copyright, Diritti Digitali, DRM, Hacktivism, Sicurezza, Surveillance, Trusted Computing.
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La “controparte” (lascio a voi il piacere di stabilire chi sia) ha sempre attuato una precisa strategia nei confronti di chi, come me e molti altri, cerca di far riflettere la “gente comune” sui temi più scottanti della politica, della vita sociale e della vita industriale del paese: li accusa di fare del vuoto allarmismo, della pura lamentazione priva di proposte costruttive. Bene, per prevenire simili contestazioni, ecco qui di seguito le mie personalissime proposte riguardo a DRM, TC, Surveillance ed altri temi scottanti.

PROPOSTE

Una nuova legge sul copyright, più adatta al III millennio

Diciamolo, ormai è ora di pensare ad una legge sul copyright che tenga conto del fatto che siamo stati sulla Luna 40 anni fa e che tra un po’ andremo su Marte. Gutemberg, poveretto, è morto da tempo ed è ora di aggiornare l’editto della Regina Anna. Ecco qui di seguito le mie personalissime indicazioni in merito.

Durata: 20 anni dalla prima pubblicazione. Se un libro, un brano musicale od un film viene ancora “consumato” 20 anni dopo la sua pubblicazione, allora è da considerarsi un pezzo di storia, non un mero prodotto commerciale.

Estensione: solo le applicazioni commerciali (a scopo di lucro) e le “consumazioni” pubbliche che coinvolgono più di 15 persone. Fino a 15 spettatori/ascoltatori, lo si considera uso “familiare od amicale, equiparato all’uso personale”. File sharing P2P equiparato ad una consumazione effettuata da più di 15 persone alla volta e quindi soggetta a pagamento dei diritti (proporzionale al livello di distribuzione), esattamente come se fosse una radio od una TV. Distribuzione di copie fisiche (su CD e DVD) vietata in quanto non autorizzata dal titolare dei diritti. Legittimo prestare o noleggiare gli originali. Illeggittimo farne la copia. Insomma, più o meno come oggi.

Una legge che imponga ai DRM di rispettare alla lettera la legge sul Copyright

Quale che sia la legge vigente sul copyright, è necessario pretendere che i sistemi DRM la rispettino nella lettera e nel principio. Se il diritto d’autore scade, prima o poi, anche i sistemi DRM devono “rilasciare” i prodotti che tengono in ostaggio.

Se la legge, come è auspicabile, prevede degli ambiti di libero utilizzo del prodotto (copie per uso personale, uso in familia, uso condiviso tra amici, etc.) i DRM devono consentire questo tipo di utilizzo. Come ci riescano, deve (ripeto: deve) essere un problema loro. Difendere i propri diritti con mezzi tecnici deve essere un diritto del produttore, non un problema dell’utente.

Proibizione assoluta di identificare i device (Endorsement Key), libertà di usare le Smart Card a questo scopo

Identificare un determinato device (PC, lettore di MP3, quello che è) con un identificatore univoco (come la chiave RSA del TPM od il numero di serie del vecchio Pentium III) deve essere proibito, punto e basta. Questo perchè l’identificazione del dispositivo permette di identificare l’utente, pemette di tracciarlo e ne vìola il diritto alla riservatezza. Laddove necessario, ed a certe condizioni, dovrebbe essere permesso usare delle apposite Smart Card a questo scopo. Le Smart Card sono dispositivi rimovibili che possono essere facilmente distrutte senza distruggere il dispositivo. Questo rende possibile, se necessario, riacquistare il proprio anonimato o cambiare “identità digitale” con facilità ed in qualunque momento.

Da questa proibizione discende anche il divieto di legare un “diritto di consumo” ad uno specifico device usando sistemi DRM, come promette di fare il Trusted Computing. Il prodotto multimediale legalmente acquistato deve essere consumabile su qualunque dispositivo, tecnicamente capace, che l’utente decida di usare.

Proibizione assoluta di tracciare il comportamento dell’utente (User Tracking / Traitor Tracking)

Non credo che ci sia bisogno di spiegare i motivi di tale proibizione.

Proibizione assoluta di esaminare la macchina dell’utente (Attestation)

Come sia fatta la macchina dell’utente, e cosa ci giri sopra, deve (ripeto: deve) essere un suo personalissimo problema, virus e spam inclusi. Non è ammissibile in nessun modo che qualcun’altro venga a frugare sul mio PC, per nessun motivo.

Esplicito riconoscimento legale del diritto a creare copie per uso personale

Sia allo scopo di creare backup che allo scopo di sfruttare le possibilità di “space shifting” (ascoltare in auto qualcosa che si è scaricato sul PC di casa), di “time shifting” (registrare dalla TV e dalla radio qualcosa che si vuole vedere o ascoltare in un altro momento) e di “rimodulazione” (“compilation” di brani provenienti da diversi CD acquistati legalmente). Al momento, questo “Fair Use” è solo una “gentile concessione” dei proprietari dei diritti.

Esplicito riconoscimento legale del diritto all’uso familiare ed amicale dei prodotti

Sarebbe ora di riconoscere che l’ascolto di musica e la visione di film in gruppi di, diciamo, meno di 15 persone è equivalente all'”uso personale” e non è soggetto al pagamento di diritti. Francamente, è ora di smetterla di rompere i coglioni ai dentisti, alle parrocchie ed alle parrucchiere per la musica che fanno ascoltare ai loro utenti. Siamo nel III millennio ed è ora che le aziende del recording vadano veramente a guadagnarsi il pane sul campo come fanno tutti gli altri.

NOTA: molte di queste regole possono essere imposte già oggi dagli autori, come sorgente naturale del diritto sul prodotto. Sarebbe opportuno che Creative Commons, GNU o CopyZero cominciassero a studiare, per conto degli autori, dei modelli di licenza “standard” con i quali imporre ai distributori un comportamento civilmente accettabile.

Se avete qualcosa da dire, o avete regole da suggerire, ricordatevi dello spazio dei commenti qui sotto.