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USA, Vendor Lock-In, Simputer e Hugo Chavez March 5, 2006

Posted by laspinanelfianco in Hacktivism, Hardware, Internet, Linux, Politica, Trusted Computing.
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Il Vendor Lock-In è quel processo in base al quale un cliente, ad esempio una azienda, rimane “agganciato” (locked-in) ad un venditore a causa di una dipendenza di qualche genere (di solito di una dipendenza di tipo “tecnico”). L’esempio più famoso di vendor lock-in è quello che ha prodotto Microsoft Office (La suite di programmi che contiene Word, Excel e PowerPoint). Dato che molti uffici (anche della Pubblica Amministrazione) usavano e “capivano” solo documenti prodotti da M$ Word e M$ Excel, quasi tutte le organizzazioni pubbliche e private del pianeta hanno dovuto dotarsi di M$ Office. Un esempio meno noto, ma altrettanto grave, di Lock-In è quello prodotto dai sistemi CAD (Computer Aided Design). Dato che gran parte dei progetti è stato prodotto con un certo CAD (di solito AutoCAD), allora tutti quelli che, per un motivo o per l’altro devono avere a che fare con quei progetti, devono avere quello specifico CAD (e persino quella specifica versione, molto spesso).

Un altro aspetto meno ovvio, ma gravissimo, del vendor lock-in è che il cliente è costretto a seguire l’azienda fornitrice in tutte le sue disavventure. Chi ha tutti i documenti aziendali in un formato che solo il programma X riesce a trattare, non può passare ad un altro programma se, per qualche motivo, il fornitore di X fa qualcosa di sgradevole. Ad esempio, se il produttore del vostro programma CAD decide di triplicare il costo dell’abbonamento all’assistenza ed agli upgrade, di solito non si può sfuggire perchè i vostri disegni non sono leggibili dal CAD Y che vi piace tanto. Se poi il produttore di X chiude i battenti, di solito si è costretti ad una lunga e penosa opera di migrazione manuale o semi-automatica dei progetti ad una nuova piattaforma.

Anche se non sono in molti a rendersene conto, ormai ci troviamo di fronte ad una nuova versione del Vendor Lock-In su scala planetaria: tutti i nostri sistemi dipendono pesantemente da hardware e software prodotti da aziende USA che obbediscono solo alle leggi USA ed alle logiche di mercato (decisamente spietate) abituali sul mercato USA.

Questa situazione è diventata evidente con l’avvento dei sistemi Trusted Computing. Poco importa se, come Comunità Europea o come Stato Italiano, non ci vanno bene i PC dotati di TPM integrato nella CPU. Se non vogliamo quei PC, possiamo solo rivolgerci a fornitori non americani che però… semplicemente non esistono.

Le aziende USA detengono la quasi totalità dei brevetti necessari a produrre praticamente qualunque dispositivo digitale. Di conseguenza, è quasi impossibile produrre qualcosa che vada contro il loro volere, come dei PC privi di dispositivi DRM e TC. Questo senza tenere conto che le aziende USA detengono anche una fetta enorme del mercato e che quindi possono fare il bello ed il cattivo tempo in questo settore.

Anche senza occuparci di TC, è evidente che una dipendenza così forte dai fornitori stranieri (USA o altro) rappresenta una seria minaccia per la nostra indipendenza economica e persino per la nostra sicurezza (Cosa c’è veramente dentro i sistemi operativi ed i chip che pervadono i nostri uffici governativi? Che possibilità di controllo e di reazione abbiamo di fronte alla posiibilità di una backdoor?).

Di fronte a questa minaccia, alcuni paesi hanno deciso di attuare una politica di “distacco” dai fornitori USA. Uno dei casi più spettacolari è stato quello venezuelano.

Nel 2005, il Presidente del Venezuela, Hugo Chavez, ha lanciato un progetto congiunto tra la nazionale “Venezolana de Industria Tecnologica” (VIT) e la cinese LangChao per la produzione di Ordenadores Bolivarianos. Il progetto è finanziato con oltre 6 milioni di US$ dal governo venezuelano (che certo non naviga nell’oro) e dovrebbe portare alla produzione di circa 80.000 PC entro la fine di quest’anno e circa 100.000 PC/anno negli anni successivi. I PC dovrebbero cosare tra i 300 ed i 400 US$ al pezzo. (Vedi anche http://punto-informatico.it/p.asp?i=55403&r=PI )
L’aspetto più interessante di questo progetto è che, sebbene i PC LangChao al momento usino normali delle CPU Intel, è previsto che in futuro debbano utilizzare i chip V-Dragon prodotti dalla cinese BLX. Una delle ragioni di questa scelta è la volontà di Chavez di liberare il suo paese dalle dipendenze esistenti nei confronti dei fornitori USA e, con esse, di liberare il venezuela dalle conseguenze di alcune “scelte strategiche tecnico/commerciali” americane che Chavez non condivide, come i DRM ed il TC.

Progetti simili sono già stati portati avanti da altri produttori, soprattutto nel sud-est asiatico ed in India. Il caso più clamoroso è sicuramente quello del Simputer voluto dal governo indiano. Il simputer è sostanzialmente un PDA (un palmtop) a basso costo pensato appositamente per il pubblico (non certo abbiente) dell’India rurale. Il Simputer, tra l’altro, è anche uno dei più brillanti casi di Hardware Open Source. Il suo progetto, infatti, è liberamente disponibile per chiunque voglia cimentarsi nella produzione di massa.

Che dire di tutto questo? Personalmente, credo che ci sia molto da imparare, sia da Hugo Chavez che dal governo indiano. L’indipendenza da fornitori stranieri è una delle chiavi della indipendenza politica ed economica di uno Stato Sovrano ed un elemento fondamentale della sicurezza nazionale.

Se volete dire cosa ne pensate, ricordatevi dello spazio dei commenti qui sotto.

Comments»

1. Giovanni - March 5, 2006

Oh, mio dio, sarebbe fantastico, la fine di un incubo, comincerò a pregare ardentemente perchè ciò avvenga e dilaghi in tutto il mondo nel più breve tempo possibile, sento la felicità cominciare a fluire nel mio corpo e nella mia mente al solo pensarci …
Giovanni
Firenze
P:S: Sarebbe anche l’ora che la gente cominciasse a svegliarsi, cioè nascessero produttori indipendenti da questi legami, gli acquirenti comprassero solo prodotti non trusted ect ect. Sinceramente mi leverebbero un pochino la sensazione che viviamo in un mondo di sognanti addormentati adolescenti. Scusate se posso aver toccato la sensibilità di qualcuno , ma , lo ammetto stamani e queste notizie mi lasciano un pò…… arrabbiato (???? ) 8-))

2. Marco - March 6, 2006

Che dire..magari!!
Ma mi sa che qui dato la “patente europea” i politici se la fanno con Bill Gheyzz..
A me più di tutto del TC spaventa il Trusted Network..sembra proprio 1984!!
Complimenti per il sito!

3. ClaudioT - March 7, 2006

Segnalo solo questo: \”L’aspetto più interessante di questo progetto è che, sebbene i PC LangChao al momento usino normali delle CPU Intel…\”
Immagino sia: \”…delle normali CPU Intel…\”

Sei stato come sempre molto chiaro. Complimenti per l\’ottimo blog.

4. sky - March 10, 2006

Se ben ricordo, già nel 2002 fu il Perù uno dei primi a staccarsi dal controllo USA sulla P.A., attuato a mezzo di lock-in MS Office, introducendo negli uffici pubblici piattaforme Linux (credo che OpenOffice dovesse ancora arrivare).

Gli USA risposero (come sempre) in modo “duro”: prima furono semplicemente i PR di Redmond a far notare l’illogicità (lol) della scelta… poi entrò in campo direttamente l’ambasciatore USA (che, com’è noto, proteggeva interessi nazionali ;)) ma pare non l’abbiano spuntata.

Il tutto ebbe una grande eco internazionale (soprattutto sulle riviste del settore, Linux principalmente) ed in molti scrivemmo al Ministro Villanueva per complimentarci.
(http://www.linuxtoday.com/news_story.php3?ltsn=2002-05-20-006-26-IN-LF-PB)

5. Blog navigabile a history » USA, Vendor Lock-In, Simputer e Hugo Chavez - March 18, 2006

[…] Questo post è tratto da: USA, Vendor Lock-In, Simputer e Hugo Chavez, di Alessandro Bottoni Indice “Visitati e Mancanti”   >> Next “Mancante” […]


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