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Introduzione ai sistemi DRM February 13, 2006

Posted by laspinanelfianco in DRM.
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“If consumers even know there’s a DRM, what it is, and how it works, we’ve already failed”

Peter Lee, executive della Disney, in una intervista concessa all’Economist.

“Most people, I think, don’t even know what a rootkit is, so why should they care about it?”

Thomas Hesse, responsabile di Sony BMG global digital business, in una intervista concessa alla National Public Radio.

La sigla DRM significa “Digital Rights Management” o, secondo i detrattori “Digital Restriction Management”. I sistemi DRM sono quei simpatici aggeggi che al giorno d’oggi trovate inseriti in quasi tutti i dispositivi digitali e che vi impediscono, ad esempio, di svolgere le seguenti operazioni.

  • Copiare un brano musicale, un film od e-book su un nuovo supporto (CD o DVD), ad esempio per averne un back-up.
  • Copiare brani musicali da più CD legalmente acquistati e pagati con sudatissime banconote autentiche, su un unico CD per creare una vostra compilation da ascoltare in auto.
  • Ascoltare un brano musicale in formato AAC con un player diverso da un Apple iPod. Ascoltare lo stesso brano su più dispositivi contemporaneamente. Salvare sul disco, convertire a MP3 e riutilizzare lo stesso brano all’interno di una compilation.
  • Copiare i videogame delle console (Sony PS2, MS XboX e Nintendo) su nuovi CD o DVD, ad esempio per averne un back-up.

Questi aggeggi sono dispositivi digitali. Come tali, li potete trovare solo su sistemi digitali come i PC, i lettori Apple iPod, le console da videogame, i videoregistratori digitali dotati di hard disk e/o di masterizzatore CD/DVD/HD-DVD/Blue-Ray. Non li troverete sui vecchi videoregistratori analogici (VCR) e su dispositivi analoghi.

I sistemi DRM esistono da circa 20 anni. Sono stati utilizzati per moltissimo tempo, e lo sono tuttora, per impedire la copia abusiva del software. Ad esempio il famosissimo programma di DTP Quark Xpress è tradizionalmente protetto da un sistema DRM che obbliga l’utente ad inserire un floppy particolare nel drive prima di avviare il programma (od almeno così è stato fino all’ultima volta che ho avuto occasione di usarlo). Naturalmente, il floppy è di tipo non-copiabile.

Da alcuni anni a questa parte, tuttavia, si è diffuso l’uso di sistemi DRM per proteggere i cosidetti contenuti multimediali, cioè i film, la musica, i testi ed altri materiali di carattere artistico o culturale disponibili in formato digitale (DVD, CD audio, PDF, etc.). Questa diffusione è dovuta a due cause concomitanti: da un lato sono diventati largamente disponibili i dispositivi digitali necessari per supportare questa tecnologia, come i lettori DVD, e dall’altro le grandi case editrici di contenuti multimediali hanno cominciato a sostenere che, senza sistemi DRM, non potrebbero sopravvivere alla rivoluzione digitale.

Tra i sistemi DRM più diffusi possiamo ricordare i seguenti.

CSS (Content Scrambling System): sistema di cifratura che è stato posto a difesa dei contenuti multimediali registrati su DVD. Per decifrare questi contenuti multimediali, è necessario che il DVD player disponga di una apposita chiave di decifrazione. Il DVD forum, che gestisce le licenze ed i brevetti legati a questa tecnologia, fornisce le chiavi di decifrazione solo ai produttori di DVD player che si impegnano formalmente a non inserire nei loro dispositivi nessun meccanismo che permetta la copia abusiva del prodotto multimediale. Poco dopo la sua immissione sul mercato, il sistema CSS è stato violato, grazie ad una svista di uno dei produttori di DVD, ed ora è possibile scavalcare questo tipo di protezione grazie ad un programma noto come DeCSS.

Apple FairPlay: sistema DRM usato per i brani venduti da Apple iTunes. I brani acquistati dallo “store” Apple iTunes sono codificati in formato AAC e cifrati con il sistema FairPlay di Apple. Molti lettori digitali non sono compatibili con il formato AAC e comunque solo i lettori Apple possono decifrare i brani protetti con FairPlay. Il sistema FairPlay permette ad Apple di modificare arbitrariamente il modo in cui l’utente può ascoltare i brani sull’IPod anche dopo averli venduti. Ad esempio, recentemente Apple ha ridotto da 7 a 5 il numero di copie di una playlist che l’utente può creare.

Sky TV NDS Decoder (skybox): il sintonizzatore digitale e decodificatore usato sul mercato italiano da Sky, è un particolare tipo di sistema DRM.

Come abbiamo detto, le aziende che producono e distribuiscono contenuti multimediali ritengono che lo sviluppo e la diffusione di tecnologie DRM sia indispensabile per permettere la sopravvivenza di questo settore di mercato. Tuttavia, è ovvio che la sopravvivenza di queste aziende viene garantita a discapito del singolo individuo (consumatore) e dell’intera società che, attraverso i DRM, si vedono impedire l’accesso ad una delle più importanti conseguenze della rivoluzione digitale: la possibilità di accedere, facilmente ed a costo zero, a qualunque risorsa culturale ed artistica, dovunque essa si trovi, grazie ad Internet. Di conseguenza, è inevitabile che vengano mosse delle pesanti contestazioni ai sistemi DRM. Tra le contestazioni più importanti possiamo ricordare le seguenti.

Esclusione di molti cittadini dalla cultura e dalla memoria della nostra specie
Grazie all’uso di sistemi DRM, chi non può pagare, rimane escluso dal consumo di prodotti che molte società (giustamente) ritengono fondamentali per lo sviluppo della coscienza individuale e sociale dell’individuo. Persino le biblioteche avranno enormi problemi a gestire i prestiti a causa di questi sistemi. Grazie ai sistemi DRM, è possibile implementare pesanti sistemi di censura su basi politiche o commerciali.

Annientamento della memoria della nostra specie
I film, la musica, i testi, le registrazioni audio e video protetti da sistemi DRM non rispettano il banale principio secondo il quale allo scadere dei diritti d’autore (70 anni dalla morte dell’autore), il prodotto diventa di pubblico dominio. Questi materiali rimarranno per sempre bloccati dal loro sistema DRM anche quando della nostra specie resterà solo il ricordo. Molti di questi materiali saranno incaccessibili già tra pochi anni, a causa della naturale evoluzione delle tecnologie.

Violazione di diversi diritti riconosciuti del consumatore
Questi sistemi violano una serie di diritti riconosciuti del consumatore, come quello di utilizzare i brani di più CD per creare una propria compilation (“fair use”)

Restrizione irragionevole dell’usabilità dei prodotti
Anche al di là dei limiti di legge, questi sistemi introducono dei limiti irragionevoli nella usabilità dei prodotti. Ad esempio, è possibile imporre che un DVD od un CD siano consumabili solo per un determinato numero di volte (vedi http://www.nyu.edu/dental/)

Barriere alla interoperabilità ed alla libera concorrenza
Prodotti che possono essere usati solo su certe piattaforme (Windows, ad esempio), con certi programmi (Apple iTunes) ed a certe condizioni creano delle evidenti barriere alla concorrenza e degli evidenti problemi ai clienti, come nel caso delle cartucce di ricambio delle stampanti.

Mancata protezione dei diritti degli autori, a favore dei privilegi del distributore
A dispetto di quello che potrebbe sembrare, i sistemi DRM proteggono molto poco i diritti degli autori, per il banale motivo che di solito questi diritti vengono “violati” e calpestati in vario modo a monte: nel momento in cui il produttore (casa discografica o cinematorgrafica, casa editrice) acquista (spesso per un tozzo di pane) i diritti commerciali dall’autore. I sistemi DRM proteggono molto meglio i diritti commerciali del distributore. Data la sostanziale inutilità del distributore nel processo di distribuzione digitale di questi prodotti, si può dire che i sistemi DRM servono quasi esclusivamente a mantenere in vita dei privilegi ormai resi obsoleti dalla evoluzione tecnologica.

Per un ulteriore approfondimento, potete consultare i seguenti links.

http://en.wikipedia.org/wiki/Digital_rights_management

http://www.drmwatch.com/

http://www.dashes.com/anil/stuff/doctorow-drm-ms.html

http://www.epic.org/privacy/drm/

http://www.eff.org/IP/DRM/

http://www.drmblog.com/

http://news.bbc.co.uk/2/hi/technology/4675280.stm

http://www.librarian.net/stax/1273

http://www.wisegeek.com/what-is-drm.htm

http://www.drmadness.com/

http://www.gnu.org/philosophy/right-to-read.html

http://www.fourmilab.ch/documents/digital-imprimatur/

Comments»

1. Vittorio - February 13, 2006

Intanto complimenti per il blog, che seguo dalla sua nascita: utilissimo!
Ti segnalo che c’è una piccola svista: “Persino le librerie avranno enormi problemi a gestire i prestiti a causa di questi sistemi.” Credo intendessi biblioteche al posto di librerie…
Ciao!

2. Mauro - September 7, 2006

Va aggiunta alla lista dei dispositivi con DRM, anche gli ormai ubiqui televisori “HD ready”. Questo logo serve infatti non tanto a garantire che un televisore abbia un’alta definizione (bastano 700 pixel per essere compatibili HD ready) quanto per il fatto che si possano vedere contenuti digitali solo se autorizzati.
E con autorizzazione significa che si possono impostare contenuti perche’ vengano visti solo un certo numero di volte, o che possano essere visti solo su uno specifico televisore.


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