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La resa dei conti del Telecoms Package a Bruxelles May 5, 2009

Posted by laspinanelfianco in Diritti Digitali, Hacktivism, Internet, Open Source, P2P, Sicurezza, Surveillance.
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Ancora una volta sono costretto a parlare del famigerato Telecoms Package (http://en.wikipedia.org/wiki/Telecoms_Package).

Per chi non lo sapesse, il Telecoms Package è un insieme di misure che è stato presentato nel 2008 come proposta di legge al Parlamento Europeo grazie alla sponsorizzazione di Nicolas Sarkozy, di alcune delle associazioni di discografici europee e di alcune multinazionali telefoniche, come AT&T e Verizone.

Il Telecoms Package contiene alcune proposte che si possono solo definire vessatorie, rozze ed ingiuste. Tra queste, posso citare le seguenti.

  • L’obbligo per gli ISP di agire come poliziotti della rete per conto delle case discografiche, SENZA bisogno del mandato di un giudice.

  • L’obbligo di staccare definitivamente l’ADSL a chi viene “beccato” per tre volte a scaricare musica o film abusivamente, SENZA bisogno del mandato di un giudice (e continuando a fargli pagare l’abbonamento).

  • Pene amministrative da infarto per chi scarica musica e film, somministrate , SENZA bisogno del mandato di un giudice.

  • L’obbligo di intercettare le comunicazioni degli utenti, SENZA bisogno del mandato di un giudice.

  • L’obbligo per gli ISP di bloccare le comunicazioni non gradite alle case discografiche ed alle industrie del cinema, come eMule, SENZA bisogno del mandato di un giudice.

Naturalmente, a questo punto dovrete pensare ad un pesce d’Aprile, ad una mia improvvisa pazzia o ad una mia sporchissima manovra elettorale. Vi invito quindi a verificare di persona cosa sto dicendo a questi indirizzi:

http://www.blackouteurope.eu/

http://www.scambioetico.eu/index.php?&topic=673.0

Ne ha parlato anche Repubblica Online:

http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/tecnologia/internet-leggi/open/open.html

Come potete vedere, NON è un pesce d’Aprile.

Domani, 6 Maggio 2009, questa follia verrà votata in via definitiva dal Parlamento Europeo durante l’ultima seduta della legislazione corrente. Noi candidati alle europee 2009 rischiamo di arrivare al nostro seggio al Parlamento Europeo a giochi già fatti.

Per questo motivo sono costretto a chiedervi di visitare la seguente pagina web e seguire le istruzioni che vi trovate.

http://www.scambioetico.eu/index.php?topic=697.msg4025#msg4025

Trovate altre info qui:

http://www.facebook.com/group.php?gid=73537262931

La principale coalizione che si oppone al Telecoms Package è OpenNet:

http://en.wikipedia.org/wiki/OpenNet

http://opennet.net/

Per carità, aiutateci ad impedire che questa follia venga messa in atto.

Alessandro Bottoni

http://www.alessandrobottoni.it/

alessandro.bottoni@infinito.it

Segretario Nazionale Associazione Partito Pirata

http://partito-pirata.it/

Candidato Indipendente al Parlamento Europeo con Sinistra e Libertà

http://www.sinistraeliberta.com/

http://www.ilprogettoarancione.it/

info@ilprogettoarancione.it

Pervasive Computing (Ubiquitus Computing) March 8, 2006

Posted by laspinanelfianco in Diritti Digitali, Hardware, Internet, Pervasive Computing, Sicurezza, Surveillance.
1 comment so far

Il Pervasive Computing o, più esattamente, l’Ubiquitus Computing è quel tipo di “elaborazione distribuita” che si ottiene collegando tra di loro molti piccoli dispositivi digitali dedicati.

Già oggi, una persona qualunque ha che fare con decine di piccoli e grandi dispositivi digitali dotati di una CPU, di RAM e ROM, spesso di un sistema operativo e di software applicativo, molti dei quali sono dispositivi “embedded” e quindi sostanzialmente invisibili. Qui di seguito ne elenco alcuni.

* Orologi Digitali
* Telefoni Cellulari (magari Smart Phones)
* PDA e PalmTop
* Computer Portatili (LapTop)
* Centraline di controllo digitale dell’automobile (fino a 10-12 per auto)
* Autoradio
* Navigatori Satellitari (GPS)
* Impianti Hi-Fi casalinghi
* Lettori di MP3 e simili (iPod, per esempio)
* Centraline di controllo degli elettrodomestici (microonde, frigo, lavatrici, etc.)
* Dispositivi per il controllo degli accessi (Badge, TelePass, etc.)
* Smart Card (Carte di Credito e Bancomat di ultima generazione)

Alcuni di questi dispositivi contengono già dei sistemi di identificazione univoca (come le Smart Card, i Badge ed i Telepass) e sistemi di comunicazione radio (come i telefoni cellulari ed i dispositivi Bluetooth).

Il Pervasive Computing è ciò che si ottiene rendendo ognuno di questi dispositivi identificabile e raggiungibile dagli altri attraverso qualche tipo di comunicazione, di solito via radio, in modo da creare una rete di dispositivi intelligenti.

Ciò che si può ottenere con una rete di dispositivi digitali di questo tipo è impressionante. Elenco qui di seguito alcune delle applicazioni possibili.

* Il vostro frigorifero potrebbe “fare l’inventario” di ciò che contiene ad intervalli regolari, confrontare la lista che ottiene in questo modo con la vostra personale lista di riordino, memorizzata sul vostro PC di casa ed inviarvi sul telefono cellulare la listadella spesa del giorno via UMTS (o inviare direttamente l’ordine ai fornitori).

* Mentre passeggiate per la strada, il vostro telefono cellulare od il vostro PDA potrebbe raccogliere automaticamente le offerte “radiodiffuse” dai negozi, le potrebbe elencare in ordine di convenienza ed indirizzarvi sui negozi più interessanti. Questo è anche un esempio di “Location Based Service” (LBS).

* Lavatrice dei panni e lavatrice dei piatti potrebbero mettersi d’accordo tra di loro, e con il frigorifero ed il forno elettrico, per ottenere una curva dei consumi elettrici più “piatta”, in modo da ottenere qualche sconto dal fornitore (ENEL).

* Lo stesso badge digitale potrebbe essere usato per aprire la porta di casa, quella dell’ufficio, quella dell’auto personale e quella dell’auto aziendale. Potrebbe essere usato anche come scheda di accesso al sistema informatico aziendale ed alla connessione casalinga ad Internet.

* I vari “lettori” digitali che possedete potrebbero mettersi automaticamente d’accordo tra loro in modo da permettervi di ascoltare lo stesso brano in una qualunque delle aree della casa, in ufficio ed in auto senza mai violare il copyright.

Ovviamente, con questi vantaggi arrivano anche alcuni problemi, come i seguenti.

* Il vostro Smart Phone, PDA o palmTop potrebbe “passare” abusivamente informazioni che vi riguardano ai negozi che visitate, alle aziende di telecomunicazione, alla Polizia o a dei malintenzionati che siano riusciti ad introdursi nel sistema. Tra le informazioni che potreste inavvertitamente perdere potrebbero esserci il PIN del vostro Bancomat, il vostro estratto conto mensile, la “chiave digitale” necessaria per aprire la porta di casa o per avviare l’automobile.

* Il vostro PDA od il vostro frigorifero potrebbe decidere di acquistare 6 prosciutti di Parma, 3 forni a microoonde ed una automobile a vostra insaputa, vuoi per un problema tecnico o per l’effetto di una legge. Già adesso si costringe il cittadino ad acquistare prodotti e servizi contro la sua volontà per sostenere l’economia (Bollino Blu delle auto e delle caldaie di casa, ad esempio). Tutto questo senza ancora parlare di malintenzionati digitali.

* Il vostro PDA potrebbe cadere in una lunga serie di possibili “truffe digitali” ed acquistare per voi una polizza vita che vi sottrae un quinto dello stipendio in cambio di una sporta di prugne al mese nel vostro periodo di vita tra i 65 e gli 85 anni. Oppure potrebbe comprare dei Bond di varia (e dubbia) provenienza.

Per farla breve:

trasferendo “intelligenza” in questi dispositivi, e mettendoli in comunicazione tra loro, si trasferisce come minimo della “informazione” (ed è “informazione” anche il codice di accesso al vostro conto corrente bancario) e, in alcuni casi, persino del “potere decisionale”.

C’è da preoccuparsi?

Si e no. Se questo tipo di tecnologie verrà immesso sul mercato accompagnandolo con un insieme di leggi che ne garantiscano un uso corretto, probabilmente no. In caso diverso, sicuramente si.

Una modesta proposta February 24, 2006

Posted by laspinanelfianco in Copyright, Diritti Digitali, DRM, Hacktivism, Sicurezza, Surveillance, Trusted Computing.
10 comments

La “controparte” (lascio a voi il piacere di stabilire chi sia) ha sempre attuato una precisa strategia nei confronti di chi, come me e molti altri, cerca di far riflettere la “gente comune” sui temi più scottanti della politica, della vita sociale e della vita industriale del paese: li accusa di fare del vuoto allarmismo, della pura lamentazione priva di proposte costruttive. Bene, per prevenire simili contestazioni, ecco qui di seguito le mie personalissime proposte riguardo a DRM, TC, Surveillance ed altri temi scottanti.

PROPOSTE

Una nuova legge sul copyright, più adatta al III millennio

Diciamolo, ormai è ora di pensare ad una legge sul copyright che tenga conto del fatto che siamo stati sulla Luna 40 anni fa e che tra un po’ andremo su Marte. Gutemberg, poveretto, è morto da tempo ed è ora di aggiornare l’editto della Regina Anna. Ecco qui di seguito le mie personalissime indicazioni in merito.

Durata: 20 anni dalla prima pubblicazione. Se un libro, un brano musicale od un film viene ancora “consumato” 20 anni dopo la sua pubblicazione, allora è da considerarsi un pezzo di storia, non un mero prodotto commerciale.

Estensione: solo le applicazioni commerciali (a scopo di lucro) e le “consumazioni” pubbliche che coinvolgono più di 15 persone. Fino a 15 spettatori/ascoltatori, lo si considera uso “familiare od amicale, equiparato all’uso personale”. File sharing P2P equiparato ad una consumazione effettuata da più di 15 persone alla volta e quindi soggetta a pagamento dei diritti (proporzionale al livello di distribuzione), esattamente come se fosse una radio od una TV. Distribuzione di copie fisiche (su CD e DVD) vietata in quanto non autorizzata dal titolare dei diritti. Legittimo prestare o noleggiare gli originali. Illeggittimo farne la copia. Insomma, più o meno come oggi.

Una legge che imponga ai DRM di rispettare alla lettera la legge sul Copyright

Quale che sia la legge vigente sul copyright, è necessario pretendere che i sistemi DRM la rispettino nella lettera e nel principio. Se il diritto d’autore scade, prima o poi, anche i sistemi DRM devono “rilasciare” i prodotti che tengono in ostaggio.

Se la legge, come è auspicabile, prevede degli ambiti di libero utilizzo del prodotto (copie per uso personale, uso in familia, uso condiviso tra amici, etc.) i DRM devono consentire questo tipo di utilizzo. Come ci riescano, deve (ripeto: deve) essere un problema loro. Difendere i propri diritti con mezzi tecnici deve essere un diritto del produttore, non un problema dell’utente.

Proibizione assoluta di identificare i device (Endorsement Key), libertà di usare le Smart Card a questo scopo

Identificare un determinato device (PC, lettore di MP3, quello che è) con un identificatore univoco (come la chiave RSA del TPM od il numero di serie del vecchio Pentium III) deve essere proibito, punto e basta. Questo perchè l’identificazione del dispositivo permette di identificare l’utente, pemette di tracciarlo e ne vìola il diritto alla riservatezza. Laddove necessario, ed a certe condizioni, dovrebbe essere permesso usare delle apposite Smart Card a questo scopo. Le Smart Card sono dispositivi rimovibili che possono essere facilmente distrutte senza distruggere il dispositivo. Questo rende possibile, se necessario, riacquistare il proprio anonimato o cambiare “identità digitale” con facilità ed in qualunque momento.

Da questa proibizione discende anche il divieto di legare un “diritto di consumo” ad uno specifico device usando sistemi DRM, come promette di fare il Trusted Computing. Il prodotto multimediale legalmente acquistato deve essere consumabile su qualunque dispositivo, tecnicamente capace, che l’utente decida di usare.

Proibizione assoluta di tracciare il comportamento dell’utente (User Tracking / Traitor Tracking)

Non credo che ci sia bisogno di spiegare i motivi di tale proibizione.

Proibizione assoluta di esaminare la macchina dell’utente (Attestation)

Come sia fatta la macchina dell’utente, e cosa ci giri sopra, deve (ripeto: deve) essere un suo personalissimo problema, virus e spam inclusi. Non è ammissibile in nessun modo che qualcun’altro venga a frugare sul mio PC, per nessun motivo.

Esplicito riconoscimento legale del diritto a creare copie per uso personale

Sia allo scopo di creare backup che allo scopo di sfruttare le possibilità di “space shifting” (ascoltare in auto qualcosa che si è scaricato sul PC di casa), di “time shifting” (registrare dalla TV e dalla radio qualcosa che si vuole vedere o ascoltare in un altro momento) e di “rimodulazione” (“compilation” di brani provenienti da diversi CD acquistati legalmente). Al momento, questo “Fair Use” è solo una “gentile concessione” dei proprietari dei diritti.

Esplicito riconoscimento legale del diritto all’uso familiare ed amicale dei prodotti

Sarebbe ora di riconoscere che l’ascolto di musica e la visione di film in gruppi di, diciamo, meno di 15 persone è equivalente all'”uso personale” e non è soggetto al pagamento di diritti. Francamente, è ora di smetterla di rompere i coglioni ai dentisti, alle parrocchie ed alle parrucchiere per la musica che fanno ascoltare ai loro utenti. Siamo nel III millennio ed è ora che le aziende del recording vadano veramente a guadagnarsi il pane sul campo come fanno tutti gli altri.

NOTA: molte di queste regole possono essere imposte già oggi dagli autori, come sorgente naturale del diritto sul prodotto. Sarebbe opportuno che Creative Commons, GNU o CopyZero cominciassero a studiare, per conto degli autori, dei modelli di licenza “standard” con i quali imporre ai distributori un comportamento civilmente accettabile.

Se avete qualcosa da dire, o avete regole da suggerire, ricordatevi dello spazio dei commenti qui sotto.