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Il compagno Linux January 16, 2006

Posted by laspinanelfianco in Linux, Politica.
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Linux, FreeBSD, il software GNU, KDE, Gnome e praticamente tutto il FLOSS esistente (Free and/or Libre Open Source Software) viene prodotto in questo modo:

  • Qualcuno si mette al lavoro, solitamente perchè spinto da una necessità personale
  • Quando ha qualcosa di funzionante in mano, questo qualcuno mette a disposizione di altre persone questo qualcosa, senza chiedere niente in cambio tranne un po’ di aiuto ed una certa correttezza nell’uso del materiale.
  • Quando il prodotto diventa abbastanza robusto, viene rilasciato ad una comunità di utenti, sempre gratuitamente e senza chiedere altro che di mantenere libero il prodotto.
  • Nel gruppo di sviluppo non ci sono capi, nè leader, nè manager, nè padroni nè persone “più uguali di altre”. Ognuno fa quello che può, quando può e come può. In ogni caso non viene pagato per ciò che fa.
  • Di solito, il prodotto finale diventa un prodotto di grande successo e viene adottato da molte persone, molte più di quelle che usano prodotti commerciali di tipo analogo.

In altri termini, Linux e quasi tutto il FLOSS esistente viene prodotto e distribuito secondo i principi fondamentali del comunismo: “da ognuno in base alla sua capacità, ad ognuno in base alla sua necessità”. Come se non bastasse, il FLOSS è anche una evidente dimostrazione dell’efficacia di questo approcio, tanto è vero che questi prodotti sono spesso più diffusi e più apprezzati delle loro controparti commerciali.
Nonostante questo, se vi azzardate a dire che Linux ed il FLOSS sono “comunisti” in uno qualunque dei centri di discussione di Internet, verrete immediatamente tacciati di fare attività politica indesiderata e proselitismo.

Come nella “vita reale” (quella triste cosa che si svolge nell’atmosfera surreale degli shopping center, davanti alla televisione od in quei manicomi che sono le sale riunioni delle aziende), anche nel mondo FLOSS circa il 30% degli sviluppatori sono di destra (AN, FI e Lega) e non sono certo disposti a lasciarsi catalogare come “attivisti comunisti” senza reagire. Spesso non sono disposti a lasciarsi trattare da comunisti neanche quando è evidente che sono dei comunisti.

Si perchè, se esiste qualcosa al mondo che dimostra in modo spettacolare che, almeno in alcuni casi, l’approcio comunista al problema della produzione e del mercato è nettamente migliore di quello capitalista, questo è proprio il FLOSS (e Linux in particolare).

Che dire di tutto questo? Forse niente. In fondo è irrilevante cosa ne pensi la gente. E’ persino irrilevante cosa ne pensino i diretti interessati. L’importante è che queste persone (di destra e di sinistra) trovino soddisfazione in ciò che fanno e che chi utilizza i loro prodotti mostri la dovuta gratitudine. Io sono da sempre un grande utilizzatore di Linux e del FLOSS, per cui permettetemi di ringraziare queste persone dal profondo del mio cuore, soprattutto quelle di destra.

Credo che sia invece di un certo interesse porsi un’altra domanda: perchè il comunismo ha funzionato così bene nel settore del software e non lo ha fatto nella vita reale? Già, perchè sul fatto che il comunismo abbia miseramente fallito in tutti i paesi dove è stato applicato, come in Russia, non è nemmeno il caso di discutere. Si tratta solo di una questione di costi? Fare comunismo sul software richiede solo un PC e del talento mentre fare comunismo nell’industria pesante richiede costosi altoforni e migliaia di operai? Tutto qui? O gioca un ruolo anche il fatto che gli sviluppatori sono spesso persone più colte, più “attive” e più “consapevoli” di altre?

Per quanto mi riguarda, credo che il successo del FLOSS, ed il fallimento del Socialismo Reale, mostrino un limite del pensiero Marxista: il comunismo funziona bene dopo aver risolto i problemi legati alla sopravvivenza (cibo, casa, femmina, etc…). Prima di quel momento, le spinte animali dell’uomo sono troppo intense per permettere questo grado di altruismo. Per arrivare al comunismo (all’altruismo) bisogna passare per una fase capitalista basata sulla competizione, sul mercato e sullo sfruttamento reciproco.
In altri termini, Marx aveva più ragione di quello che pensasse quando diceva che il comunismo era il punto di arrivo della parabola evolutiva capitalista. Dopo il capitalismo, “a pancia piena”, ci sta bene un po’ di comunismo. Prima no.