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Introduzione al Trusted Computing January 5, 2006

Posted by laspinanelfianco in Trusted Computing.
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I lettori già iniziati ai Sacri Misteri mi scuseranno per questo articolo introduttivo. Continuo a ricevere richieste di spiegazioni sul Trusted Computing e mi sembra che l’unico modo di accontentare i lettori alle prime armi sia quello di scrivere questa breve introduzione.

Il Trusted Computing è una “tecnologia”, cioè un insieme di elementi hardware (microchip), di software (programmi) e di “standard” (documenti che descrivono il modo in cui devono funzionare gli elementi hardware e software). Questa tecnologia serve per dotare i Personal Computer e molti altri dispositivi digitali di alcune funzionalità crittografiche di base. Queste funzionalità servono per cifrare e decifrare “al volo” file e flussi di dati. Un file può essere un programma, come MS Word, un documento, come una lettera scritta con MS Word, od un file di contenuti multimediali, come un file MP3, un film in formato MPEG o DivX, una registrazione audio, un e-book in formato PDF e via dicendo. Un flusso di dati può essere una trasmissione radio o TV digitale su Internet, una telefonata effettuata con Skype o con un altro sistema di telefonia Voice-Over-IP e via dicendo.

Ufficialmente, il Trusted Computing dovrebbe essere utilizzato per cifrare e proteggere i documenti prodotti da un computer e tutti i flussi di dati che scorrono tra i vari elementi del computer e tra diversi computer collegati tra loro in rete. In questo modo, ad esempio, è possibile impedire ad eventuali programmi spia di registrare quello che state digitando sulla tastiera o quello che state visualizzando sul display. Nello stesso modo, è possibile cifrare e proteggere i documenti che create con MS Word e che conservate sul disco fisso. Grazie al Trusted Computing è possibile cifrare e proteggere da eventuali intercettazioni le comunicazioni che avvengono tra il vostro PC ed il server di Home Bamking della vostra banca. La caratteristica più interessante del Trusted Computing è che permette di proteggere i documenti che avete prodotto con MS Word sul vostro PC anche quando questi documenti sono stati copiati su un altro PC.

Quest’ultima caratteristica è ciò che permette di sfruttare i servizi del Trusted Computing per creare dei raffinati sistemi anticopia (DRM, cioè Digital Rights Managment). I sistemi DRM basati sul Trusted Computing, a differenza di quelli tradizionali, sono praticamente impossibili da violare o da ingannare. In altri termini, dopo l’avvento del Trusted Computing non sarà più possibile copiare CD e DVD protetti da DRM, come è stato possibile finora grazie a vari tipi di programmi (come il DeCSS che rende possibile sproteggere i DVD).

In questo momento, il Trusted Computing sta muovendo i suoi primi passi. Sono arrivati sul mercato da qualche mese i primi PC da tavolo e portatili che montano i “Fritz Chip” necessari per le funzioni di cifratura e decifratura. Questi sistemi, tuttavia, non sono ancora utilizzabili perchè non è ancora disponibile nessun sistema operativo che li supporti. Il primo sistema operativo di questo tipo sarà Windows Vista, previsto per la seconda metà del 2006. Il supporto di Windows Vista per il Trusted Computing dovrebbe essere disponibile a partire dal 2008. In questo momento, quindi, non si corre ancora il pericolo di “restare contaminati” dal Trusted Computing senza accorgersene.

In futuro, nessuno sarà formalmente obbligato ad usare il Trusted Computing. Sui sistemi dotati di questa tecnologia sarà sempre possibile far girare il solito Windows 98 od NT e Linux, senza alcun supporto per il Trusted Computing.

Tuttavia, è facile prevedere che molte aziende cominceranno ad usare il Trusted Computing per proteggere i loro documenti aziendali, le loro comunicazioni digitali su Internet e molte altre cose. Nello stesso modo, chi vende o noleggia brani musicali o film in formato digitale, sicuramente vorrà usare il Trusted Computing per proteggersi dal fenomeno della pirateria. Lo stesso faranno i produttori di software e persino molti fornitori di servizi su Internet, come le banche che mettono a disposizione i servizi di Trading. In pratica, per poter svolgere una qualunque attività sarà necessario disporre di un PC compatibile con il Trusted Computing. I sistemi che non supportano questa tecnologia, come Linux, saranno quasi certamente tagliati fuori dal mercato. Lo stesso avverrà per tutti i programmi “alternativi” che oggi permettono, in un modo o nell’altro, di scavalcare le protezioni DRM messe a difesa di film e brani musicali.

Attualmente, la tecnologia Trusted Computing viene sviluppata dai seguenti produttori.

Trusted Computing Group

Il Trusted Computing Group (TCG) è il consorzio che raccoglie tutti i produttori interessati a questa tecnologia, attualmente oltre un centinaio. Il consorzio si limita a pubblicare le specifiche standard dei dispositivi. Alcuni membri del consorzio, attualmente solo 6, si ocupano della produzione dei componenti standard. I membri di questo consorzio rappresentano praticamente la totalità dei produttori mondiali di chip e dispositivi digitali e detengono quasi tutti i brevetti necessari alla produzione di questi dispositivi, di conseguenza, ciò che questo consorzio decide di fare è destinato ad essere una legge “de facto” in praticamente tutto il mondo.

Intel

Intel è il principale produttore di CPU (Central Processing Unit) per Personal Computer. Dal 2005 rifornisce anche Apple (che precedentemente utilizzava CPU Motorola). Intel ha un suo progetto di Trusted Computing noto come “LaGrande Technology” o “LT”. Il progetto di Intel ha una portata molto più ampia dello standard previsto dal TCG.

AMD

AMD è l’unico vero concorrente di Intel nel settore delle CPU. AMD ha un suo progetto di Trusted Computing chiamato “Presidio”, verosimilmente molto simile a LaGrande di Intel

Microsoft

L’unico produttore di software che attualmente lavora allo sviluppo di un sistema operativo in grado di sfruttare le funzionalità offerte dal Trusted Computing è Microsoft. Il suo sistema si chiama NGSCB (Next-Generation Secure Computing Base) e dovrebbe arrivare sul mercato nel 2008 con il SP2 di Windows Vista. NGSCB amplia di molto le funzionalità previste dallo standard TCG e minaccia seriamente la sopravvivenza di ogni programma concorrente, da Linux a molti programmi di suo comune prodotti da aziende che concorrono com Microsoft in vari settori di mercato.

Il Trusted Computing è una grande promessa per quanto riguarda la sicurezza dei computer perchè permette finalmente di avere un elemento hardware, velocissimo e quasi impossibile da falsificare, su cui fare affidamento per cifrare e decifrare al volo dati e comunicazioni importanti.

Nello stesso momento, il Trusted Computing è una gravissima minaccia per la libertà e la sicurezza dell’utente perchè in certe situazioni consegna volutamente le chiavi di codifica nelle mani di persone diverse dall’utente. Queste persone possono essere i fornitori dei materiali multimediali, documenti e programmi che l’utente acquista sul mercato oppure possono essere i datori di lavoro dell’utente. In entrambi i casi, l’utente si trova in una grave posizione di vulnerabilità rispetto ad essi.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di No1984 (www.no1984.org) ed in un e-book che sto preparando su questo argomento. Trovate il mio e-book qui:

http://alessandrobottoni.interfree.it/Trusted_Computing_Rel_0-9_Beta.pdf

Ritorno alla realtà January 5, 2006

Posted by laspinanelfianco in Politica.
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Come ricorderete, la nascita di Forza Italia, all’inizio degli anni ’90, scatenò un’ondata di polemiche. Da un lato c’era chi sosteneva che un partito nato dalla esperienza nella conduzione aziendale dei suoi fondatori e da un forte orientamento pragmatico alla risoluzione dei problemi avrebbe rappresentato una straordinaria innovazione per il nostro panorama politico. Dall’altro c’era chi sosteneva che difficilmente avrebbero potuto esserci democrazia, rappresentatività politica, partecipazione e radicamento sul territorio in un partito in cui una persona sola, Silvio Berlusconi, pagava, direttamente od indirettamente, gli affitti ed i rimborsi spese. A distanza di quasi 15 anni, sembra che sia ormai possibile tirare le somme e stabilire chi aveva ragione. Per farlo è sufficiente lasciar parlare i protagonisti di quella epica innovazione.

Nel 2000, la Delegata di Collegio di Forza Italia Odette Piola, su proposta della coordinatrice regionale Bertolini, è stata nominata Presidente del “Comitato per la vittoria 2006”. Inutile dire che a quel tempo la Signora Piola doveva essere entusiasta di questa opportunità. A distanza di 5 anni, tuttavia, la situazione sembra essere molto diversa. La Signora Piola è recentemente arrivata alla decisione di autosospendersi da ogni incarico all’interno di Forza Italia. Per spiegare i motivi di questa sua scelta, ha rilasciato una intervista al mensile “La Città” (Pagina 4 del numero di Dicembre, edizione di Ferrara Centro). All’interno di questa intervista, la Signora Piola si lascia andare ad alcune affermazioni decisamente illuminanti.

Perchè si è autosospesa?

… Da Aprile il coordinamento si è riunito una sola volta, mentre si era stabilito di incontrarsi due volte al mese. Non abbiamo nemmeno un coordinatore comunale ma un reggente perchè, ad un anno e mezzo dalle amministrative, non si è ancora risolto lo stallo tra Testi e Pierpaoli.”

Sembra il ritratto di un partito allo sbando.

E il mio non è un caso isolato. A parte l’autospensione del sindaco di Goro, Rino Conventi, quello che io ho manifestato è un sentimento molto diffuso. A Ferrara l’organizzazione non esiste: la sede di Forza Italia è praticamente chiusa, gli iscritti diminuiscono, tanto che il costo della tessera è stato portato da 50 a 20 euro per frenare l’emorraggia. I manifesti per fortuna arrivano da Roma, altrimenti non avremmo nenache quelli. Ma soprattutto non c’è democrazia. Le candidature vengono imposte da pochi intimi invece di essere stabilite dal coordinamento provinciale. E’ successo con Mazzanti, candidato in Provincia, e con Orsatti, candidato in Comune. Se sei una testa pensante vieni messo da parte.”

Pensa che il suo gesto servirà a cambiare le cose?

Non credo. Il partito, anche a livello nazionale, sconta una struttura verticistica. Se non sei in cima alla piramide, i margini di crescita e di azione sono minimi…”

Che dire di tutto questo? Era veramente necessario passare attraverso 15 anni di cupo e deprimente Berlusconismo per rendersi conto dei limiti di quel modello politico ed amministrativo? Era veramente possibile illudersi che un partito che voleva trasferire in politica l’approcio gerarchico e decisionista, tipico della gestione aziendale, potesse improvvisamente dimostrare un profondo rispetto democratico per le idee delle “base”? Ma soprattutto, era veramente possibile pensare che la “base” avrebbe accettato in eterno le imposizioni dei vertici, anche quando si fosse resa conto di essere esclusa dai privilegi che dovrebbero derivare dal fatto di “far parte del giro”?

Sembra che, finalmente, anche alcuni dei più entusiastici sostenitori di quella follia politica stiano rientrando in contatto con la realtà delle cose. Certo, per queste persone l’impatto con la dura realtà quotidiana della politica, fatta di interminabili discussioni, di confronti accesi, di continue ed umilianti questue per racimolare i fondi necessari, sarà piuttosto doloroso. Tuttavia, c’è speranza che questa esperienza li aiuti a crescere. Di questo passo, è possibile che nel giro di alcuni anni anche i più ingenui tra gli italiani si siano resi conto di una banale verità: non basta avere la tessera di Forza Italia per essere dei “VIP”. Come non basta avere una panetteria per essere degli imprenditori.

In politica si deve sostenere la gente che ci rappresenta (cioè chi ci assomiglia, nel bene e nel male) non quella che si ammira. La gente che noi ammiriamo, troppo spesso appartiene ad un altro mondo e difende ben altri interessi dei nostri. La gente che ci somiglia, con qualche chilo di troppo, pochi soldi in tasca e pochi capelli in testa, volente o nolente, difende le nostre stesse posizioni perchè è sulla nostra stessa barca.

Pensateci la prossima volta che vi troverete in mano una scheda elettorale.