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Italiani in Rete January 7, 2006

Posted by laspinanelfianco in Internet.
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Dopo alcuni post tecnici, torniamo per un attimo alla iniziale vocazione polemica e provocatoria di questo blog. L’occasione viene da questo thread (già citato nel precdente post):

http://groups.google.it/group/free.it.enkey/browse_frm/thread/ea705e6086cd5091/a677c1ef7c05943e?tvc=1&q=%22THIS+PLAYER+IS+NOT+CERTIFICATE+FROM+MICROSOFT%22#a677c1ef7c05943e

Qual’è il problema con questo thread (= “discussione”)? Per capirlo, bisogna allargare per un momento l’inquadratura, guardarsi attorno e guardare indietro nel tempo.

Per ragioni di lavoro uso Internet, la posta elettronica, le mailing list ed altri strumenti di rete dai primissimi anni ’90. Quando ho iniziato ad usare questo strumento, non esisteva ancora il World Wide Web e si usavano strumenti come Gopher, WAIS ed Archie. “Pubblicare” un documento significava metterlo a disposizione di altri, in formato ASCII o Postscript, su un server FTP pubblico. La connessione ad Internet da Windows 3.0 si effettuava (via modem a 9600 B/s) usando il “Trumpet Winsock” ed i principali usi di Internet erano la posta elettronica ed i Newsgroup (Usenet). Parlo decentemente l’inglese e riesco a comunicare passabilmente in francese, per cui seguo da sempre diverse mailing list e diversi newsgroup internazionali che usano queste lingue. Per ragioni di lavoro ho dovuto anche arrangiarmi con qualche ML in tedesco. In questo momento, Thunderbird elenca circa 6000 messaggi, di cui circa 5000 non letti, nei miei 3 account di posta principali. Ricevo qualcosa come 200 messaggi al giorno, in inglese, francese ed italiano. Credo di poter dire che non sono un pivellino.

Cosa c’entra tutta questa autocelebrazione con quel forum? C’entra per diversi motivi:

  • In 15 anni di vita su Internet, non ho MAI visto nessun inglese, americano, francese, tedesco, cinese, etc. bestemmiare per iscritto in un messaggio. Questa cosa mi è successa (diverse volte) solo frequentando ML e NG italiani.
  • In questi 15 anni, mi è successo solo un paio di volte di assistere ad uno scambio di offese personali tra due o più partecipanti ad una discussione. Nelle ML e nei NG italiani sono quasi una costante quotidiana.
  • Dopo aver frequentato Internet per 15 anni, ho scoperto solo alcuni mesi fa l’esistenza dei termini “troll” e “lamer”. Non mi era mai successo di incontrarli prima. Ovviamente, gli unici ad usare questi termini (come offese ad alta tecnologia), sono i nostri connazionali.
  • In 15 anni di vita sulla rete ho assistito ad innumerevoli discussioni di Politica (Fascisti Vs Comunisti, Neoconservatori Vs Neocomunisti, etc) senza che nessuno trovasse strano che se parlasse apertamente, senza che nessuno si permettesse di offendere l’altro o di deriderlo. Solo in alcuni ML e NG italiani mi è capitato di notare imbrazzo nel discutere di queste cose e di assistere a pesanti “flame” che dimostrano una sostanziale incapacità di sostenere le proprie tesi con argomenti credibili e con una forma adeguata.
  • In 15 anni di vita sulla rete, mi è successo solo un paio di volte di incontrare persone del tutto ignare dell’argomento di cui parlava la ML od il NG in cui trovavano, ed in generale questo era la conseguenza di un errore di iscrizione. In alcune ML italiane ho trovato gente che letteralmente non sapeva di cosa parlava la ML a cui è iscritta ed era tuttavia convinta di avere delle opinioni da esprimere sul tema!
  • Molti programmatori americani (che sono notoriamente quasi incapaci di esprimere i propri concetti a parole) risulta comunque comprensibile ad un EFLS (English as a Foreign Language Speaker) come me. Molti partecipanti alle ML ed ai NG italiani si esprimono talmente male da risultare incomprensibili nonostante parlino (o pensino di parlare) la mia stessa lingua.

A questo punto, dovrebbe essere chiaro qual’è il problema: quando si passa da una ML internazionale (come quella di python o quella di wxwidgets) ad una ML italiana, si ha spesso la stessa sgradevole impressione che vi assale quando, in viaggio per lavoro, vi càpita di entrare in un disadorno “Bar Sport” di provincia alla vigilia di una importante partita di calcio. Tra i presenti volano offese e bestemmie, il tono della discussione è violento ed aggressivo, il linguaggio è al limite del comprensibile, la possibilità di produrre riflessioni interessanti o di scoprire cose nuove è sostanzialmente nulla.

Che cosa dobbiamo pensare di tutto questo? Improvvisamente la patria del Diritto, del Bel Canto e del Rinascimento è tornata al medioevo? Stiamo ancora vivendo le conseguenze delle invasioni barbariche? Mi è difficile fare una diagnosi esatta. Di sicuro, non stiamo facendo una bella figura sulla rete.

Per tornare ad una atmosfera civile sarebbe opportuno tenere presente alcuni aspetti tipici della comunicazione su Internet:

  • Dall’altra parte della “linea” non c’è un idiota, non c’è un “lamer”, non c’è un “troll”. C’è un’altra persona come voi, spesso molto istruita, che ha legittime opinioni, dubbi, sensazioni, difficoltà e pregiudizi, come tutti.
  • Può certamente capitare di incontrare in rete delle persone che hanno problemi psicologici ma di sicuro non c’è motivo di aggredirle. Un messaggio fastidioso può essere semplicemente ignorato.
  • La persona dall’altra parte della linea può essere una preziosa fonte di informazioni, una fonte di stimoli, un amico od un collaboratore. Se lo trattate male, può decidere di farvi causa e farsi consegnare da voi, su mandato di un giudice, alcune decine di migliaia di euro (posso solo consigliare gli scettici di informarsi su questo aspetto prima di offendere la gente in rete).
  • A dispetto di quello che molti dimostrano di credere, scoprire chi si nasconde dietro un nickname od un indirizzo di posta di hotmail, è semplicissimo. Anche in questo caso, posso solo consigliare agli scettici di informarsi su questo punto (questo è anche il motivo per cui io non uso nessun nickname).
  • La discussione che si sostiene in rete è visibile a chiunque riesca a comprendere la lingua in cui è scritta ed abbia accesso ad Internet. Non è una conversazione privata. Come se questo non bastasse, la stessa conversazione è destinata a restare “incisa nella pietra” nei secoli a venire, grazie ai meccanismi di archiviazione automatica ed ai backup.

Detto questo, posso solo augurarmi che la situazione della “civiltà” sulle reti italiane migliori. Con la collaborazione di tutti.

Il primo PC dotato di Trusted Computing January 7, 2006

Posted by laspinanelfianco in Trusted Computing.
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Recentemente mi è stato segnalato il primo caso di PC dotato di tecnologia Trusted Computing (od almeno, la prima persona che si lamenta del problema). La notizia proviene da questo forum:

http://groups.google.it/group/free.it.enkey/browse_frm/thread/ea705e6086cd5091/a677c1ef7c05943e?tvc=1&q=%22THIS+PLAYER+IS+NOT+CERTIFICATE+FROM+MICROSOFT%22#a677c1ef7c05943e

Il messaggio in questione suona più o meno in questo modo:

“2 giorni fa ho comprato un pc che mi sembrava ottimo in tutti i sensi anche
nella specifiche dichiarate.
arrivo a casa, lo installo al meglio , entro in rete per scaricare il bs
player e mi accorgo che non riesco a vedere nulla, e una fnestra mi
dice:THIS PLAYER IS NOT CERTIFICATE FROM MICROSOFT: allora provo il mio
divix scaeicato col mediaplayer e unìaltro avviso mi dice che il player ha
una protezione hardware anti copia non autorizzata.
in pratica ho comprato un pc blindato.
sono incazzato nero e non so che farmene adesso di una schifezza lurida del
genere. maledetti pc consolle. maldetta microsoft!!!!!!!!!
cosa mi consigliate di fare adesso? io un pc cosi non lo voglio”

In realtà la situazione è molto diversa da come potrebbe sembrare.

In primo luogo, questo non è il primo PC dotato di tecnologia Trusted Computing. Il primo PC dotato di questa tecnologia è sul mercato già da diversi anni ed è lo ThinkPad della Lenovo (ex IBM). I modelli di fascia alta di questa serie montano i “Fritz Chip” già da alcuni anni. Più esattamente, lo standard del Trusted Computing Group deriva direttamente da questa prima implementazione proprietaria della IBM.

In secondo luogo, il problema in cui è incappato Fiorenzo (il proprietario del PC) non è dovuto ad un eventuale sistema Trusted Computing (quasi certamente non presente su questo PC) ma piuttosto al sistema DRM presente nel MediaPlayer di Microsoft (che pretende di avere a disposizione un CD/DVD player certificato Microsoft prima di visualizzare materiale protetto).

Ad ogni modo, questa “non notizia” ci dà l’occasione di ricordare qual’è la situazione corrente della diffusione del Trusted Computing:

  • Sono già disponibili sul mercato alcuni PC dotati di Fritz Chip. L’elenco completo è disponibile a http://www.no1984.org . Quasi tutti i produttori pubblicizzano ampliamente la presenza del Fritz Chip sulle macchine.
  • Questi PC non possono creare nessun problema agli utenti, in nessun caso tranne uno: quando si tenta di usare software che richiede funzionalità TC o si tenta di aprire file protetti da sistemi DRM che usano al loro interno le funzionalità TC. Nessun sistema di questi due tipi è ancora disponibile sul mercato per cui questo problema, in questo momento, non può presentarsi.
  • Quando saranno disponibili Windows Vista con NGSCB, i programmi che utilizzano le tecnologie TC e i materiali multimediali protetti da DRM che usano funzionalità TC, sarà necessario usare sistemi dotati di Fritz Chip e Windows Vista con NGSCB per poter accedere a questi programmi e questi materiali. Non sarà invece necessario usare sistemi TC-compatibili per usare programmi e sistemi operativi che non usano le funzionalità TC. Non sarà necessario usare sistemi TC per accedere a materiali multimediali non protetti da DRM e TC. Linux continuerà a funzionare sui sistemi TC. Il problema è che sarà tagliato fuori dal mercato.

Di conseguenza, per il momento è ancora possibile acquistare hardware in relativa tranquillità. I primi problemi cominceranno ad essere rilevabili solo tra qualche mese, a metà del 2006, con l’arrivo di Windows Vista.

Spero che questo chiarisca alcuni dubbi agli interessati.